MEMORIE DI UNA MAÎTRESSE AMERICANA di Nell Kimball

Dalla nostra collaboratrice esterna Claudia Libra

Sono le memorie di una prostituta, o meglio, una puttana meravigliosa, vissuta a cavallo fra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. Nata in una cascina dell’Illinois, Nell ne descrive il degrado, la povertà, il bigottismo, la cattiveria di un padre ignorante che  picchiava moglie e  figli, di cui lei era l’undicesimo, incapace di provare compassione per lui perché il sedere le bruciava troppo per le frustate che le venivano inflitte con i finimenti o gli affilatoi per obbligarla a imparare il catechismo. Ed era sempre pieno di libidine. Nell ascoltava i rantoli notturni dei genitori durante i rapporti. 

Vita di campagna, da cui si impara più che da quella di città, con le sue fornicazioni e le sue miserie, con il prete che prometteva inferno e punizioni per le colpe dei ragazzini: è questo il mondo in cui nasce e diventa adolescente Nell che inizia a vivere il sesso guardando gli animali in calore della fattoria che durante la primavera si accoppiavano e mordicchiavano ovunque e con chiunque come un papero che cercava di montare perfino un cagnolino o un coniglietto quando gli veniva il prurito. Nell vede i rapporti fra gli  animali della fattoria come una sessualità istintiva, un’energia naturale pari a quella umana.

In questo contesto contadino, arriva una sola figura che per Nell è quasi luminosa, sua zia Letty, ex prostituta e tenutaria di bordelli, che le insegna da subito, Nell aveva solo otto anni, che ogni donna è seduta sulla sua fortuna e non lo sa. Grazie a lei, ai suoi racconti di lusso e libertà, Nell sogna, sapendo che esiste un mondo diverso oltre la collina in cui è cresciuta.

Con ingenuità e quasi con candore vengono descritti questi anni della vita da Nell, compreso un episodio in cui a soli nove anni rifiuta ridendo divertita un rapporto con il garzone mezzo sangue indiano perché non amava i tipi di pelle scura e poi lui era stato troppo improvviso, nessuna dolcezza e se solo fosse stato più gentile, magari ci avrebbe giocato un po’, senza penetrazione, ne era spaventata, sapeva che poteva fare male.

A quattordici anni decide di essere penetrata da un uomo perché voleva qualcosa di più del piacere procurato da una carota o dal manico di una spazzola. Nell ammette che i suoi piaceri durante l’infanzia e l’adolescenza nel contesto di quella famiglia disastrosa se li era procurati perché aveva dei desideri, era priva di innocenza e non aveva alcun senso del peccato. È una creatura in calore, che voleva usare ed essere usata, quando incontra Charlie, a cui manca una mano, appena tornato dalla guerra. Con lui perde la verginità in una capanno, da cui guardava il cielo notturno attraverso un buco sul tetto. 

A quindici anni, scappano insieme e arrivano a Saint Louise nel 1867, dove tutto è nuovo, vivo, pieno di colori, troppo per Nell, frastornata da tante novità, e che trova rifugio solo nella sessualità frenetica con Charlie. Bastarono due settimane per essere cacciati dalla pensione: lui non poteva più pagare, perdeva di continuo al gioco d’azzardo. La lasciò sola, portandole via tutto. È a quel punto, che Nell decide di andare nel bordello di lusso dove aveva lavorato la sua amata zia Etty. Mente sull’età e inizia a lavorare diventando una delle attrattive di quel casino perché lei non era interessata solo al lavoro e al guadagno, ma anche al cliente come individuo e alla sua vita. Conobbe chi la voleva usare come un oggetto e chi la voleva sposare in un’epoca in cui gli eventi politici, l’ipotesi di una nuova guerra sembravano buoni motivi per frequentare un casino. A suo dire, gli anziani ci sapevano fare meglio dei giovani e comunque l’uomo non riesce mai a levarsi la donna dalla testa. È solo nei postriboli così intimi come quello che ci si spogliava della sessualità tradizionale americana come un serpente si spoglia della sua pelle. l’idea di farsi fustigare per godere, di farsi calpestare coi tacchi alti, o di fare una catena margherita, in un casino piccolo sarebbe stato come sputare sulla bandiera americana.

La vita di Nell prosegue, e come è classico che sia, si innamora di un cliente, lascia allora il casino, si sposa, lui non era un uomo per bene, lei soffre, cade, a fatica si rialza e apre a sua volta un casino, uno di quelli eleganti a San Francisco. 

Il libro è un capolavoro. Oltre le vicissitudini anche storiche che abbracciano quegli anni, Nell racconta in modo libero il desiderio e la sessualità di una donna priva di sensi di colpa e la scelta di essere una prostituta. Straordinario come, grazie alla semplicità della scrittura – ricordiamo che lei aveva dato  due anni prima di morire il suo manoscritto allo scrittore Stephen Longstreet, perché era in ristrettezze economiche – Nell si rende vicina a ogni donna, confessando quello che è ancora considerato tabù per i benpensanti e ci racconta anche la sfaccettature dell’uomo, i suoi desideri, quelli inconfessabili anche alla propria donna.

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